Nota dell’autore
Questa lettera fa parte di una serie di scritti molto intimi, nati nei momenti più bui del mio esilio. Non erano destinati alla pubblicazione. Erano parole per me stesso, per non crollare, per restare padre anche nel silenzio.
Oggi scelgo di condividerli, consapevole che così forse perdono il loro carattere riservato. Ma lo faccio con uno scopo preciso: documentare il processo profondo attraverso cui sono arrivato fino a qui, e offrire una voce a chi non riesce ancora a parlare.
Nel momento stesso in cui mi accingo a pubblicarla, sento ancora le ferite, il dolore, il senso di ingiustizia – come se quel momento non fosse mai passato.
Dolcissimi bambini miei,
Il Natale, sia per i credenti che per i non credenti, è un giorno da trascorrere con le persone care, ed è per questo che lo sento un po’ triste quest’anno, perché non posso viverlo pienamente insieme a voi come vorrei.Tuttavia, anche in questa distanza non voluta, non tutto è negativo. Ho avuto tempo per riflettere e per capire ancora più profondamente quanto siete importanti nella mia vita.
Oggi è triste essere lontano da voi, ma porto nel cuore i tanti momenti di gioia che abbiamo vissuto insieme. Le nostre risate, la vostra meraviglia davanti alle piccole scoperte, i giorni in cui eravamo semplicemente noi, senza fretta, senza obblighi. Tutto questo mi ha fatto sentire il papà più fortunato del mondo. Con questi pensieri la tristezza si dissolve, lasciando spazio alla speranza di condividere presto nuove avventure insieme.
Voglio che sappiate che, anche quando non siamo fisicamente insieme, siete sempre nel mio cuore. Ogni sorriso, ogni parola e ogni gesto vostro mi riempiono di orgoglio e speranza. Non c’è nulla di più prezioso per me che vedervi crescere, scoprire il mondo e affrontare la vita con il vostro coraggio e la vostra dolcezza.
Siete bellissimi.
Vi auguro un Natale pieno di calore, serenità e gioia. Prendetevi il tempo per sognare, per giocare e per ridere, sapendo che il mio pensiero è sempre con voi.
Con tutto il mio amore,