L’assenza

Notte del 04 maggio 2025

E proprio in queste notti senza sonno, senza pace, che il respiro si fa più affannoso, più aritmico, più pesante. Come se il corpo, nel buio, ricordasse che manca qualcosa di vitale. Come se la mancanza si annidasse nei polmoni, e da lì salisse al cuore, alla testa, agli occhi che non riescono a chiudersi.

Ho scoperto troppo tardi quanto fosse importante ciò che avevo. Non perché non lo amassi. Ma perché l’amore, quando è intrecciato alla quotidianità, si confonde con l’abitudine. Lo si vive senza urlarlo, lo si respira senza accorgersene, come l’aria.

Poi l’aria manca. E inizia il panico. E ogni pensiero diventa bisogno. E ogni silenzio pesa come un macigno.

Ora ogni gesto d’amore è un tentativo di cominciare da capo. Di dire “ti amo” in mille modi, come se il tempo potesse tornare indietro. Ma il tempo non torna. L’assenza sì, ogni giorno. Si ripresenta puntuale, crudele, definitiva.

Mi dispiace averlo capito così. In questo modo. Così estremo. Così doloroso. Così umano.

Forse è come la giovinezza. Quando la si vive, non si percepisce quanto sia luminosa, irripetibile. Si attraversa come una stagione qualunque, distratti, convinti che durerà per sempre. E poi, quando non c’è più, la si rimpiange con una nostalgia che morde.

Così è la presenza dei miei figli. Era la mia stagione lieta. E non lo sapevo. O forse sì, ma non abbastanza. Non come adesso. Adesso che ogni notte si allunga come un inverno. Adesso che ogni silenzio pesa più di mille parole. Adesso che il mio amore non basta più a tenerli vicini.

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